Sul caso del medico che, nei locali dell’ospedale Parini di Aosta, ha curato il proprio gatto con il presunto intento di salvargli la vita in extremis, l’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (Anmvi) ha diffuso un comunicato stampa nel quale esprime perplessità sulle dinamiche dell’emergenza. Le notizie, via via che si arricchiscono di particolari, non sembrano avvalorare la tesi dell’intervento di necessità sull’animale sulla quale fa leva l’interessato. Le circostanze riferite non spiegano la ragione per cui il medico abbia assunto su di sé un intervento che andava lasciato alla competenza veterinaria. Al contrario, le ricostruzioni disponibili fanno piuttosto supporre che lo stesso tempo impiegato per raggiungere la struttura ospedaliera si sarebbe potuto impiegare per raggiungere
una struttura veterinaria del territorio valdostano. E questo non solo per non incorrere in violazioni tra le quali potrebbe rientrare l’esercizio abusivo della professione veterinaria, ma anche per garantire il benessere del paziente animale con pratiche, medicinali e attrezzature d’intervento specificamente dedicate all’uso animale. L’Anmvi si rimette alle evidenze ufficiali della Procura e dalla USL, nelle indagini rispettivamente avviate,in attesa di una puntuale ricostruzione di questa incresciosa vicenda.
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