SANITA' VETERINARIA E FISCO - NON SI FA CASSA CON LA SALUTE
Superate le 30.000 firme contro la Legge di Stabilità
ANMVI: le cure veterinarie sono prevenzione per la salute dell'uomo. Non vanno tassate.
(Cremona, 5 novembre 2012)- Sono più di 30 mila le firme raccolte dall'ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani) per chiedere al Governo di allentare la stretta fiscale sulla prevenzione veterinaria e sulla sanità animale.
La petizione- che raccoglie il consenso medici veterinari, proprietari, cittadini, parlamentari e organizzazioni del settore - chiede:
1. che le prestazioni di prevenzione veterinaria e di tutela della sanità pubblica (es. microchip, anagrafe, sterilizzazioni, vaccinazioni e profilassi obbligatorie) vengano esentate dall'IVA;
2. che l'IVA sulle prestazioni veterinarie venga ridotta da IVA ordinaria ad IVA agevolata come i medicinali
3. che venga mantenuta e innalzata la detraibilità delle spese veterinarie;
Le cure medico-veterinarie- pur rientrando a tutti gli effetti nella sanità pubblica- sono soggette ad Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) e sono penalizzate con il taglio della detraibilità fiscale.
Da tempo, l'Associazione si attende che il Ministero della Salute faccia il primo passo e consideri la portata di sanità pubblica delle prestazioni veterinarie, almeno di quelle che concorrono a tutelare la sanità umana riconoscendole esenti da IVA.
Tutti gli interventi obbligatori, di identificazione e di profilassi non dovrebbero essere gravate da imposta: prevenire le malattie animali (es. zoonosi trasmissibili all'uomo) vuol dire prevenire le malattie della persone.
L'ANMVI si augura che il Parlamento si ricreda e non confonda la salute con i beni e i servizi di consumo.
La presenza di animali da compagnia interessa il 40% delle famiglie italiane.
Ufficio Stampa ANMVI
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