Grave danno per la sanità pubblica veterinaria
AUMENTANO LE IMPOSTE SULLE CURE VETERINARIE
L'aumento dell'IVA si tradurrà in aumento di spesa per il SSN
(Cremona, 7 settembre 2011) - Con la manovra bis, blindata dalla fiducia, il Governo scrive la peggiore pagina fiscale per la sanità animale e la sanità pubblica veterinaria del nostro Paese.
L'aumento generalizzato dell'Iva dal 20 al 21% peserà come aggravio fiscale sulle spese veterinarie e andrà indiscriminatamente a colpire le cure e la prevenzione, con il rischio di un abbassamento della salute degli animali da compagnia che vivono in milioni di famiglie italiane e della tutela della sanità pubblica. Preoccupante anche il rincaro dell'IVA sugli alimenti per animali e quello dell'aliquota ordinaria che si abbatterà sul costo dei farmaci.
Si vanificano così le norme e gli investimenti di questo Governo per prevenire e controllare il randagismo e la relativa spesa ingente che viene ogni anno sostenuta da Stato, Regioni e Comuni.
Si vanificano anche le azioni di prevenzione come la sterilizzazione chirurgica, di lotta alle malattie trasmissibili all'uomo, di controllo epidemiologico in sanità pubblica, di sostegno alla convivenza uomo-animale, alle adozioni nei canili, alla lotta all'abbandono.
A questo si aggiunga la riduzione della detraibilità delle spese veterinarie già stabilita con la manovra di luglio. Complessivamente un duro colpo per i proprietari di animali da compagnia, ma anche alla lotta all'evasione fiscale.
Ufficio Stampa ANMVI
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